IL RACCONTO DEI RACCONTI

Si conclude il racconto dei racconti. Cala il sipario sulla scena.
In tre giorni più di 100 persone provenienti ad Arezzo da tutta l’Italia (e non solo) si sono riunite lavorando insieme, ininterrottamente, diventando tutti protagonisti e autori del Congresso “La complicità nella cura”. Abbiamo raccontato la storia della Medicina Narrativa nel nostro Paese, ne abbiamo descritto il presente e, a tratti, con coraggio, abbiamo anticipato il futuro del nostro approccio e quindi quello della Cura.
La Medicina Narrativa in Italia è stata dapprima una proposta di paradigma culturale. Alcuni di noi hanno pensato a una proposta innovativa, altri vi hanno visto il semplice recupero di uno stile in cui il “capitale umano” non fosse mai secondario al farmaco e alla tecnologia. Comunque sia negli ultimi 10-15 anni ha calamitato moltissimi operatori, pazienti, associazioni, istituzioni, in maniera contagiosa.
Alla fine del secondo Congresso possiamo dichiararci molto soddisfatti dello stile fecondo che caratterizza le esperienze della formazione, della ricerca, della pratica narrativa nella Cura, proprio quella con l’iniziale maiuscola, che è prendersi cura, non solo curare, dove la narrazione è la condicio sine qua non della Personalizzazione. Possiamo confermare che la Medicina Narrativa è di fatto quella “metodologia di intervento clinico-assistenziale” che la Consensus Conference dell’ISS ha definito, perché è un metodo già integrato nei percorsi della cura, un atteggiamento attivo (termine caro a Rita Charon) e una postura (termine caro a Luigina Mortari) che appartiene ai suoi molti promotori, professionisti o cittadini che siano.

La complicità è stato il nostro tema. Su questo la SIMeN, grazie a tutti i soggetti che la compongono, non concluderà qui il lavoro. Dovremo continuare a unire, a co-costruire, a essere narrativamente e vantaggiosamente complici per la Salute. Mentre SIMeN sta ipotizzando una dimensione europea, lavorerà a costruire e rafforzare complicità con i soggetti che condividono il mandato, tra altri, in ordine sparso, OMNI, Fondazione ISTUD, le Università, la SIPS, SLOW Medicine, DNM, gli Ordini professionali, le Associazioni di pazienti e il terzo settore, le Istituzioni sanitarie e Sociali e i decisori, fino al Ministero. Siamo pronti: siamo pronti ad operativizzare dappertutto la narrazione finalizzata a produrre salute; siamo pronti per continuare a raccontare e documentare, in tesi, articoli, siti e social, resi complici tra loro per amplificare il valore di ogni singola buona pratica; siamo pronti per quella Evidence Narrative Based Medicine che ci ha raccomandato Rita Charon nella sua visita a Firenze e durante il Convegno “Honoring the Stories of Illness” nel dicembre 2015.
Un nuovo scenario si apre.
Si apre grazie a questo libro, il Racconto dei Racconti del secondo Congresso della SIMeN. Come fece Giambattista Basile ne Lo Cunto de li cunti, con le fiabe conosciute all’inizio del ‘600, abbiamo voluto rinarrare in un luogo unico le relazioni in plenaria, i lavori di gruppo,
i progetti, i contatti, affinché si possano promuovere osmosi, confronti e nuove relazioni complici. Abbiamo appena scritto un documento co-costruito, una narrazione, non teorica o utopistica, ma reale e multiforme, della Medicina Narrativa in Italia che vuol essere “traccia dell’accaduto” e “bussola delle possibilità applicative del futuro”.
Un documento complice.
Buon lavoro a noi.
Stefania Polvani
Presidente Società Italiana di Medicina Narrativa

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